2010


Le sette Parole sulla Croce - San Saverio

Oggi sarai con me in Paradiso

 

 

Da “L’Opera. Il figlio, il Messia, il Redentore”

Di Salvatore Lo Bue

 

 

 

 

1    -Quanto ancora? Poche ore. 

      Non c’è nessuno che mi dica addio!

      Un assassino, un ladro a chi sta a cuore!

 

4    Ma  questo qua, sol perché figlio di dio

   si è detto, per me parola, così

   l’hanno ridotto? Mai simile strazio

  

7    io vidi mai. L’hanno conciato bene. Chi

l’ha voluto, chi l’ha condannato?

E questa scritta qui! Che vuol dire INRI.

 

10   Dicono l’abbia scritta lui, Pilato,

vuole che sulla croce sempre resti

lui che con l’acqua l’anima ha lavato.

 

13   I compari si dividono le vesti:

       crocifiggere è sempre un buon affare.

     Rai sono i tessuti, come questi,

  

16   sono di buona trama, merci rare.

    E spartiscono in quattro il suo mantello.

    Ma la tunica no. Non la toccare

 

19   con quelle sporche mani. È un gioiello,

    tutta d’un pezzo , senza cuciture!

    È degna di una sposa. Proprio quello,

 

 

 

22   avanzo di galera, l’ha vinta. Pure

       questa fortuna. È un torturatore,

    in confronto alle sue, le mani pure

 

25   sono le mie. Un colpo, e tra poche ore

       ci spezzerà le gambe e nel costato

       infilerà la lancia. Quando muore,

 

28   gridando di dolore, ma condannato,

    gode, grugnisce come fa il maiale

    in gioia. Ma costui, questo disgraziato,

 

31   così bello nel volto, quale male  

    ha fatto? E che dice questa gente?

    -Salva te stesso, stupido animale!

 

 

34   scendi dalla tua croce, per te è niente!

       se sei il Messia, se sei figlio di Dio!

       Non predicasti, tu, l’animo ,

 

 

37   che avresti raso al suolo il nostro tempio

       e riedificato in tre soli giorni?

   Tu di ogni cosa sacra hai fatto scempio

 

                              40   senti. Il Padre ti chiama ama che torni

                                     il suo bambino intatto nel suo regno!

Ti vuole bene, vuole che ritorni

 

43   tra le sue braccia. Sarà questo il segno:

       sciogli da questi chiodi mani e piedi,

    non salvarci, non essere più pegno

 

46   di chi ti manda. A te stesso provvedi.

    Se salverai te stesso, crederemo:

    a noi questo miracolo concedi-!.

 

49   Perché non parli? Sono come un remo

       che batte sulla tua anima che è mare

    calmo, questi perde! Perderemo

 

52   la vita insieme. Lasciami specchiare

nel tuo dolore. Io sono un uomo tristo!

Abbassa gli occhi, Gestas. Non lo guardare

 

55   con questi occhi così. Non ti ho mai visto

       così violento mai, così feroce!

    -salva te stesso e noi se sei il Cristo

 

58   Dimas libera a me da questa Croce!-.

    -O Nazareno no, non lo guardare,

    puro è il silenzio, oscura questa voce!

 

61   È questo legno l’ultimo mio altare

 dove sconto i delitti e le mie pene.

 Voglio morire, voglio abbandonare

 

64   questa mia vita, queste vuote scene

       perché mai dalla luce fui trafitto

    noi che abbiamo mutato il male in bene

 

67   Giustamente paghiamo ogni delitto.

    Ma lui perché dell’odio è fatto segno?

    E se fosse colui del quale è scritto?

 

70   Quando sarai tornato nel tuo regno

       ricordati di me, Re dei Giudei!.

    perché mi guardi? Perché questo segno?

 

73   Dici di si? No, non sono degno. Nei

       tuoi occhi parola è il tuo sorriso.

       Non accadrà, troppo male vive nei

 

76   miei giorni. Ti sento, so chi sei-.

77   -Oggi sarai con me nel paradiso-.

 

 

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Le sette parole sulla croce sono tutte la parole del dolore umano, le parole della salvezza che il Sacrificio origina. Da sempre innamorato dell’opera leggi tutto ...
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