Oggi sarai con me in Paradiso
Da “L’Opera. Il figlio, il Messia, il Redentore”
Di Salvatore Lo Bue
1 -Quanto ancora? Poche ore.
Non c’è nessuno che mi dica addio!
Un assassino, un ladro a chi sta a cuore!
4 Ma questo qua, sol perché figlio di dio
si è detto, per me parola, così
l’hanno ridotto? Mai simile strazio
7 io vidi mai. L’hanno conciato bene. Chi
l’ha voluto, chi l’ha condannato?
E questa scritta qui! Che vuol dire INRI.
10 Dicono l’abbia scritta lui, Pilato,
vuole che sulla croce sempre resti
lui che con l’acqua l’anima ha lavato.
13 I compari si dividono le vesti:
crocifiggere è sempre un buon affare.
Rai sono i tessuti, come questi,
16 sono di buona trama, merci rare.
E spartiscono in quattro il suo mantello.
Ma la tunica no. Non la toccare
19 con quelle sporche mani. È un gioiello,
tutta d’un pezzo , senza cuciture!
È degna di una sposa. Proprio quello,
22 avanzo di galera, l’ha vinta. Pure
questa fortuna. È un torturatore,
in confronto alle sue, le mani pure
25 sono le mie. Un colpo, e tra poche ore
ci spezzerà le gambe e nel costato
infilerà la lancia. Quando muore,
28 gridando di dolore, ma condannato,
gode, grugnisce come fa il maiale
in gioia. Ma costui, questo disgraziato,
31 così bello nel volto, quale male
ha fatto? E che dice questa gente?
-Salva te stesso, stupido animale!
34 scendi dalla tua croce, per te è niente!
se sei il Messia, se sei figlio di Dio!
Non predicasti, tu, l’animo ,
37 che avresti raso al suolo il nostro tempio
e riedificato in tre soli giorni?
Tu di ogni cosa sacra hai fatto scempio
40 senti. Il Padre ti chiama ama che torni
il suo bambino intatto nel suo regno!
Ti vuole bene, vuole che ritorni
43 tra le sue braccia. Sarà questo il segno:
sciogli da questi chiodi mani e piedi,
non salvarci, non essere più pegno
46 di chi ti manda. A te stesso provvedi.
Se salverai te stesso, crederemo:
a noi questo miracolo concedi-!.
49 Perché non parli? Sono come un remo
che batte sulla tua anima che è mare
calmo, questi perde! Perderemo
52 la vita insieme. Lasciami specchiare
nel tuo dolore. Io sono un uomo tristo!
Abbassa gli occhi, Gestas. Non lo guardare
55 con questi occhi così. Non ti ho mai visto
così violento mai, così feroce!
-salva te stesso e noi se sei il Cristo
58 Dimas libera a me da questa Croce!-.
-O Nazareno no, non lo guardare,
puro è il silenzio, oscura questa voce!
61 È questo legno l’ultimo mio altare
dove sconto i delitti e le mie pene.
Voglio morire, voglio abbandonare
64 questa mia vita, queste vuote scene
perché mai dalla luce fui trafitto
noi che abbiamo mutato il male in bene
67 Giustamente paghiamo ogni delitto.
Ma lui perché dell’odio è fatto segno?
E se fosse colui del quale è scritto?
70 Quando sarai tornato nel tuo regno
ricordati di me, Re dei Giudei!.
perché mi guardi? Perché questo segno?
73 Dici di si? No, non sono degno. Nei
tuoi occhi parola è il tuo sorriso.
Non accadrà, troppo male vive nei
76 miei giorni. Ti sento, so chi sei-.
77 -Oggi sarai con me nel paradiso-.