Saggi


Foto Artifizio e Poiesis

Artifizio e Poiesis

L’artificio retorico non è mai vuota funzione, ma atto creativo. Seconda i principi della poetica: 
1. La poesia  è il suo essere funzione
2. Le istituzioni della poesia non hanno carattere di necessità e assolutezza: sono in quanto relativamente e possibilmente operative. 3. Le istituzioni (fondamenti senza fondamenta) della poesia, prive di identità, sono l’identità al sistema aggiunto come sistema delle poetiche.
4. Le istituzioni della poesia, in quanto sistemi operativi, costituiscono la verificabilità del fondamento della poesia: come fonda¬menti di un procedimento, nel procedimento e nel determinato, sono la conoscibilità di sé stesse.
5. Le istituzioni della poesia sono potenzialmente infinite in quanto sistemi dell’operazione poetica.
6. La poesia è il suo sistema operativo.
7. La possibilità è la categoria del sistema trascendentale poetico.
8. Le istituzioni della poesia sono la conoscibilità della poesia e sono il mito svelato della poesia nel suo essere pensata.
9. Le istituzioni della poesia sono fondamento del rapporto della poesia ad ogni altro da sé e ad ogni luogo, alla poesia come rapporto aggiunto.
La poesia secondo il logos organico e secondo le istituzioni che negano il principio creativo, poietìco, e la sua identità, pòiesis, cono¬sce fondamenti operativi che regolano la sua attività produttiva: «complesso di norme che riguardano il fare letterario nelle sue varie forme e che hanno per scopo un buon risultato letterario... esse costituiscono dei sistemi operativi mobili e plurivoci, diremmo delle forze vettoriali, che si modificano, si trasformano, si esauriscono, si ravvivano, volta a volta, nel fare e nella riflessione del fare. Il compito dell’estetica, in quest’ordíne, è di cercare le relazioni tra questi siste¬mi, la loro sistematicità... Esse, in ogni caso, per sé stesse si presen¬tano come assolute e definitive, volta a volta, per chi fa l’arte e chi l’arte vive e partecipa; ma in un sistema organico e comprensivo dell’esperienza estetica, esse perdono questa assolutezza e questa de¬finitività per risolversi in una fitta trama di relazioni e movimenti, di relazioni di struttura e di situazione, una trama ricca, sottile, mobile, policroma, che è come il tessuto connettivo di cui l’arte vive, si trasforma e continuamente si significa di nuovo, e la cui definizione non è una definizione statica, ma una definizione processuale.
 

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