2009


Foto La Sposa del Vento - Agosto 2009 - Castelbuono

La Sposa del Vento - Agosto 2009 - Castelbuono

Un dramma lirico

 

Non c’è dubbio che Salvatore Lo Bue, nel con­cepire e nel realizzare quest’opera su uno dei più alti misteri della religione cristiana, ne abbia senti­to fortemente la risonanza nel suo animo di uomo e di credente. Il sublime mistero di Dio che, per redi­mere gli uomini, si umilia assumendo natura mortale e morendo sulla croce, è, infatti, un atto d’amore così grande e al di là dei comuni parametri umani che solo in un animo appassionato, sorretto da una salda fede, qual è quello del nostro poeta, esso, pur se inesplica­bile con gli strumenti della nostra mente, può farsi verità intuita, verità del cuore. Ma, al pari del subli­me, dell’incommensurabile dell’infinito, Lo Bue sente intensamente ciò che è candido, puro, delicato. Perciò ha voluto in quest’opera porre al centro del mistero dell’incarnazione di Dio e del Suo sacrificio una creatura, Maria, forte, sì, ma in cui i caratteri della purezza, del pudore, della delicatezza ne fanno un personaggio che accetta il suo destino, ma, mentre ne sente la sublimità e talora l’intima gioia, ne avverte pure la singolarità e la conseguente solitudine. Se all’inizio di queste pagine osservo ciò è perché nell’azione sacra il suo centro ideale, ma anche strut­turale, è il personaggio di Maria, come del resto sug­gerisce il suo titolo: La Sposa del Vento. Pur se l’Evento dell’incarnazione di Dio, nella sua forza dirompente, è drammatico anche per un altro perso­naggio, Giuseppe, è però a motivo di ciò che accade a Maria che l’animo di lui è, almeno inizialmente, sconvolto. Un discorso diverso, ma non del tutto, va fatto per l’Angelo: anche il suo dramma, di essere spi­rituale che si innamora di una creatura mortale, non sarebbe senza Maria. Per dirlo con altre parole è Maria il personaggio attorno a cui, come io credo, si è venuta sviluppando e articolando l’azione dramma­tica; è nell’intuizione poetica di questa dramatis per­sona che va ricercata la matrice dell’opera. Questa mia non pretende di essere una certezza, ma solo una supposizione, appoggiata però a qualche deduzione e ad alcuni indizi, ai quali aggiungerei anche questo: le immagini più belle, quelle che più si imprimono nella memoria del lettore ( o dello spettatore ) si riferisco­no a Maria, quasi che su di Lei, più che sugli altri per­sonaggi del dramma, il poeta abbia profuso i tesori della sua sensibilità, della sua creatività poetica, della sua finezza espressiva.

 

Dalla Prefazione di Antonino Sole

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